Conquista romana di Malta
Conquista romana di Malta parte della guerra annibalica | |||
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Data | Estate 218 a.C. | ||
Luogo | Malta | ||
Casus belli | Rischio che i cartaginesi fomentassero un'insurrezione anti-romana in Sicilia | ||
Esito | Vittoria romana | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
Manuale |
V · D · M | |
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(219 a.C.) Sagunto (218 a.C.) Mutina - Cissa – Lilibeo – Malta – Alpi – Ticino – Trebbia (217 a.C.) Piacenza - Victumulae – Appennini - Ebro - Trasimeno (216 a.C.) Canne – Selva Litana - Nuceria - Nola I - Casilinum - Acerra (215 a.C.) Dertosa - Petelia - Cuma - Decimomannu - Nola II - Iliturgi (214 a.C.) Benevento - Nola III - Munda - Orongi (213 a.C.) Arpi (212 a.C.) Taranto - Benevento - Campi Veteres - Capua I – Silaro – Herdonia I – Siracusa - Imera (212/211 a.C.) Baetis superiore (211 a.C.) Roma – Capua II (210 a.C.) Sapriporte - Agrigento - Herdonia II – Numistro (209 a.C.) Ascoli – Taranto – Cartagena (208 a.C.) Baecula (207 a.C.) Grumento – Metauro (206 a.C.) Ilipa (204 a.C.) Crotone (203 a.C.) Spedizione di Magone - Campi Magni (202 a.C.) Zama |
La conquista romana di Malta avvenne nel 218 a.C., di preciso durante i primi mesi della seconda guerra punica. Questa rapida operazione militare, condotta dal secondo Console dell'anno Tiberio Sempronio Longo che disponeva di un esercito pari a circa 26.000 soldati, comportò l'annessione alla Repubblica romana delle isole maltesi, che vennero incluse nella provincia di Sicilia.
Contesto storico
Maleth[1] si trovava sotto il controllo cartaginese dal 480 a.C.,[2] e una prima e massiccia offensiva senza l'obbiettivo di acquisirla i romani la compirono con l'invece primo Console Gaio Atilio Regolo Serrano, nel 257, al tempo della prima guerra punica;[3] per il conseguimento della vittoria, il Senato romano gli tributò la celebrazione di un trionfo navale.[4]
Quando Annibale Barca diede inizio al nuovo conflitto con Roma l'arcipelago era affidato ad Amilcare Giscone, possibilmente il fratello di Asdrubale,[5] che le presidiava comandando 2.000 armati o poco più.[6] Nonostante il recente successo nella battaglia di Lilibeo, alla quale lo stesso Console Longo aveva preso parte,[7] i romani avevano la seria preoccupazione che il nemico potesse tentar di scatenare una rivolta contro di loro in Sicilia.[8] Per evitare ciò Melita,[9] la base punica nelle immediate vicinanze di quest'ultima, dovette necessariamente essere occupata.[8]
Guerra
Tiberio Sempronio Longo salpò con la flotta proprio da Lilibeo: in seguito allo sbarco ci furono delle iniziali schermaglie, presumibilmente concluse con l'invasore romano avente la meglio. Da qui gli storici divergono: secondo Polibio, che è la fonte antica che ne parla,[10] Amilcare si arrese e con lui la guarnigione, mentre altri contemporanei sostengono che gli abitanti in qualche maniera li tradirono e consegnarono.[10] Uno scenario è supportato dalla plateale inferiorità numerica, l'altro dal fatto che gli isolani chiaramente volessero evitare le ripercussioni di una pesante belligeranza con i romani, che peraltro garantivano futuri guadagni economici tanto quanto i cartaginesi,[11] presi da Longo come prigionieri di guerra. Infatti pochi giorni dopo, tornato a Lilibeo, li vendette tutti come schiavi; tutti tranne i nobili,[10] fra cui probabilmente Amilcare.
Conseguenze
Da quel momento in poi Malta rientrò dunque nei domini di Roma, e il capoluogo e centro amministrativo, Ann, fu ribattezzato omonimo all'isola principale. In linea generale tutte quante le isole ottennero una certa autonomia, forse come premio per il mutamento di lealtà,[12] e le ricerche archeologiche han dimostrato che vi fu una continuità demografica durante il periodo di transizione tra il comando cartaginese e romano.[13]
Note
- ^ Come era chiamata dai cartaginesi
- ^ Castillo, p. 20
- ^ Castillo, p. 22
- ^ Polibio, Fasti Campidoglio
- ^ Hoyos, p. 222
- ^ Castillo, p. 23
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 50.7-8
- ^ a b Castillo, p. 24
- ^ Come era chiamata dai romani
- ^ a b c Castillo, p. 25
- ^ Sagona, p. 264
- ^ Sagona, p. 266
- ^ Sagona, p. 265
Bibliografia
Fonti primarie
- (EN) Dennis Castillo, The Maltese Cross: A Strategic History of Malta, 2006.
- (EN) Dexter Hoyos, A Companion to the Punic Wars, 2011.
- (EN) Claudia Sagona, The Archeology of Punic Malta, 2002.
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![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/71/Crossed_sabres.svg/25px-Crossed_sabres.svg.png)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ad/Flag_map_of_Malta.svg/25px-Flag_map_of_Malta.svg.png)